I racconti di Don Nino: La mandorla

"Sapete com’è la mandorla? Dura di cuore, ma dolce dentro, abbastanza testarda da resistere al tempo. Così era mio padre. Don Nino la mandorla la conosceva bene. Ogni fine estate, quando il sole cominciava a calare più morbido, ricordava i tempi in cui si raccoglievano i frutti della campagna: scuotendo i rami e facendo cadere le mandorle sui teli stesi a terra amava raccontare le storie antiche che accompagnano questo frutto prezioso.

I Fenici, grandi navigatori e mercanti del Mediterraneo, furono tra i primi a portare la mandorla in Sicilia, insieme a spezie preziose e stoffe dai colori vivaci. Quei popoli sapevano riconoscere il meglio di ogni terra che visitavano, e la mandorla divenne per loro un dono raro, simbolo di abbondanza e prosperità.

Poi arrivarono gli Arabi, portando con sé non solo nuove colture, ma anche tecniche e ricette raffinate. Furono loro a diffondere il latte di mandorla, un nettare bianco e fresco, e a inventare il marzapane: un dolce così soffice e profumato da far innamorare chiunque lo assaggi. Nel mondo arabo la mandorla era considerata un simbolo di fertilità e di buon auspicio, spesso presente nelle cerimonie e nei banchetti più importanti.

Anche i Greci la veneravano come dono divino, simbolo di vita e rinascita. Raccontavano che la mandorla fosse nata dal sacrificio di una giovane ninfa amata da Zeus: un frutto capace di custodire al suo interno il segreto della dolcezza nascosta dietro una scorza dura.

La mandorla è un regalo che la vita fa due volte: la prima quando fiorisce in primavera, tutta bianca come una promessa; la seconda quando matura, offrendosi come nutrimento e memoria di chi l’ha coltivata e amata."